Il Bigio in esilio e l’incertezza del Comune

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IlBigio.it non ha paura delle idee e in questo spazio intende tenere alta l’attenzione sulla questione del ritorno dl Bigio in piazza Vittoria, dando voce anche alle opinioni contrarie alla nostra (purché autorevoli e intelligenti). Di seguito l’intervento dell’ex assessore del Comune di Brescia e noto esponente di Pci-Pds-Ds-Pd Claudio Bragaglio.

di Claudio Bragaglio

Si susseguono ormai compulsivamente proposte di ri-collocazione del ‘Bigio’. Ben più d’una decina. Tra queste, alcune intenzionate a far trasmigrare ‘extra moenia’ l’imponente nudo del Dazzi: a Carrara, a Salò. Buon ultimo a Maclodio, con in testa il suo Sindaco. In crisi d’astinenza – immagino – di nuove glorie patrie, ormai dal lontano 1427. Quando Maclodio incrociò per caso la storia – inconsapevole ombelico, conteso tra Milano e Venezia – con battaglie ed opportunistiche furbate del Carmagnola. Che più tardi gli valsero pure la sua testa.

Non disperando che la fila di pretendenti e di spiritosi megalomani possa ancora allungarsi.

Non ritorno sulle motivazioni che m’hanno portato a sostenere  la ‘musealizzazione’ della statua, avanzata da numerose Associazioni, da quelle partigiane (Anpi e Fiamme Verdi), a quelle culturali, sindacali e politiche. Senza dover ritenere – anche da parte mia –  il Bigio un ‘nero clandestino’ di cui la città debba sbarazzarsi con sbrigative tecniche alla ‘Salvini’. Tanto per capirsi: ruspa o deportazione.  Incapaci d’una nostra soluzione e d’una  rilettura critica anche di quella ‘era fascista’ della nostra storia cittadina.

La  Brescia democratica è in condizione di costruire in piazza Vittoria un proprio nuovo segno, di se stessa e del proprio futuro, lungo la linea irreversibile che va dalla Delibera del sindaco Ghislandi, ai 70 anni di non rimpianta assenza in piazza Vittoria, all’autorevole impegno assunto dal sindaco Del Bono. E, nel contempo, di fornire una soluzione culturalmente adeguata per la ri-collocazione museale della statua.

Vorrei limitarmi, senza polemiche, a richiamare il tempo che inesorabilmente scorre in sospensione di atti e di decisioni. Con un chiarimento rispetto ad alcuni ‘pourparler’. Il più impreciso di questi riguarda il fatto di considerare – in assenza di decisioni ulteriori – ancora operativa la Deliberazione di rimozione della statua fatta dal sindaco Ghislandi nel 1945. Tesi infondata.  La sola deliberazione che, in assenza di ulteriori atti amministrativi, è in vigore è quella del Sindaco Paroli.

Parlo della n. 475 del 3.8.12, riguardante la riqualificazione di Piazza Vittoria. Con relativo ‘Progetto esecutivo’ predisposto da Brescia Mobilità per la sistemazione della Piazza, a seguito dei lavori del Metrò. Progetto comprensivo anche del finanziamento del “restauro e riposizionamento della statua del Bigio”.

Ciò che successivamente è stato fatto – penso alla breve posticipazione stabilita dal sindaco Paroli alle elezioni del 2013 o alla costituzione della Commissione, presieduta da Massimo Minini – non ha cambiato alcunché dal punto di vista strettamente amministrativo. Per quanto siano apprezzabili le conclusioni della Commissione stessa, formulate nel settembre 2014. Infatti tale Commissione ha avuto un input per esprimere solo un parere. Peraltro senza alcun atto amministrativo costitutivo della Commissione stessa che operasse sulla precedente deliberazione del 2012. Per una sua parziale modificazione, sospensione od annullamento.

La situazione odierna – se non  prendo un abbaglio! –  è quindi di incertezza amministrativa, che  vede un’esplicita volontà della Giunta Del Bono divaricante rispetto alla vecchia Deliberazione di Paroli, ma che a tutt’oggi è ancora in vigore. Una volontà di cambiamento che finora s’è manifestata per una via omissiva, ma non già per un’esplicita via deliberativa, che superasse  il ‘riposizionamento del Bigio in piazza Vittoria’. E che delineasse altresì una possibile via di uscita, corrispondente alla chiara e condivisibile volontà più volte manifestata dal sindaco Del Bono.

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